To my wounded soul
Sto parlando con te, sì, proprio con te, ma prima di proseguire, ti prego, togli per un momento quella maschera. È quasi perfetta ed indossarla ti fa credere che sia tutto ok.
Hai nascosto il tuo dolore dietro ad uno splendido sorriso e hai costruito intorno a te una gabbia di silenzio e solitudine per proteggerti dal mondo e dalla vita stessa.
Ora chiedo di poter vedere i tuoi occhi, non importa se hai pianto, no, anzi, sentiti libera di piangere ancora e urlare; sfogati quanto vuoi e finché vuoi: io sarò qui, pronta a difenderti e proteggerti da qualsiasi cosa possa farti ancora del male. Non dovrai più nasconderti!
Hai imparato a far tesoro di piccole e furtive felicità per dare un senso ad ogni nuovo giorno, ma non bastano, lo so’, ad impedirti di sentire ad ogni respiro il bruciore intenso delle tue ferite.
Le immagini del passato sono lame affilate dalle quali tenti di fuggire correndo scalza sulle pietre acuminate di un presente senza promesse.
Quanta forza e quanto coraggio dovrà ancora scorrerti nelle vene prima che tu possa finalmente avere un po’ di felicità?
Voglio tu sappia, mia anima, quanto io sia fiera di te che in lacrime, disperata, impazzita, a denti stretti e con tutta la tua rabbia chiusa nei pugni chiusi, ad ogni alba e tramonto, ripudi il destino.
Te lo prometto, lotteremo insieme, rincorrendo un sogno, senza aver paura di vivere.