Quanto è importante il tempo che, implacabile, continua inesorabilmente a scorrere, scandendo la vita in ritmi irregolari, allungati all’incredibile oppure tanto veloci da non essere neppure percettibili?
Tutti in questo mondo corrono e corrono e corrono a perdifiato, gridando a squarciagola per farsi sentire nel caos.
Io rimango ferma, in silenzio, ad osservare.
Io rimango ferma, in silenzio, ad ascoltare.
Ascolto il frastuono sgraziato del mondo che vive.
Lo sento, è impazzito, e lo vedo, è smarrito.
Ma smarrita lo sono anche io, piccola formichina in mezzo a tante altre, che corrono, terrorizzate e senza meta, nell’attesa di essere schiacciate dall’imparziale piedone del destino.
Non ha alcun senso correre o, almeno, non lo ha per me.
Crescendo, ci si ritrova come pulcini caduti dal nido, improvvisamente prossimi ad essere divorati da poveri e affamati gatti di strada, prede e vittime del mondo vero, il mondo reale, in cui l’unica cosa che veramente manca è la semplicità della vita.
C’è dolore, disperazione, paura, angoscia e falsità sapientemente mescolati ad amore, tenerezza, felicità e serenità, con l’unico scopo di preparare un intreccio d’incomprensibili fili che leghino il nostro cammino, fermandoci, bloccandoci, facendoci perdere l’equilibrio
La vita è un conto alla rovescia, è un gioco, un grande gioco di ruolo in cui bisogna inventarsi le regole, scegliersi un contesto, i concorrenti e un obbiettivo.
La vita è proprio come un foglio bianco, su cui disegnare il proprio destino; è la meravigliosa opportunità di essere, di fare, di dire, di pensare e di lasciare in questo impolverato e cadente teatro, un segno del nostro passaggio, simbolo di vittoria sul destino, sul dolore e sulla morte stessa.
Non si ha che da scegliere e, nel dubbio, in televisione o nelle piazze ci sono tanti destini preconfezionati, belli e famosi, di gran moda e prestigio, in vendita per qualche grammo di anima.
Sento chiaramente che, dietro a tutto questo inutile caos, c’è qualcuno che ride, con l’ironia di chi vede ballare dei topolini in una gabbia.
Chiedo solo un po’ d’attenzione, un momento di silenzio. La riuscite a sentire?
Quella risata è più vicina di quanto si possa pensare: è la voce della nostra anima.
È talmente ovvia e naturale che sempre, puntualmente, viene ignorata.
È entro di noi, è la voce del nostro IO più vero, quello che non avrà mai la faccia intercambiabile in base al momento e alla situazione, quello che non scenderà a compromessi e che ogni volta che lo tradiremo, immancabilmente, ci farà stare male, eccolo, è proprio la sua quella risata di fondo.
Ci sembra lontana, maligna, irraggiungibile, proprio perché, in questo mondo d’espansione, l’unica terra inesplorata e veramente ignota è quella della nostra coscienza.
Io non mi muovo di un passo, osservo il mondo, e ascolto quella voce. Parliamo spesso, dialoghiamo su ogni cosa e, anche se della vita ne sa, ovviamente, quanto me, insieme arriviamo a capire l’inutilità di certi gesti, di certe convinzioni e convenzioni.
Molti dicono, tristemente, che in questo mondo stupido, il tempo è insufficiente e, se si vuole vivere, bisogna correre; dicono che se vuoi vivere davvero devi rincorrere la vita, perché va più veloce di te.
Certo, potrebbero aver ragione, ma così la voce della tua anima, così preziosa, resterà indietro e diverrà solo un fruscio confuso.
Fermati un momento, assapora la vita e ritrova te stesso.