Troppe parole

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Ci sono troppe parole.

Ci sono troppi rumori e fastidiosi, inutili mormorii a disturbare il silenzio.

Il brulichio del mondo nasconde il vero significato di ogni singolo istante, sommerge quelle poche preziose parole che, sole, varrebbero la pena di essere dette.

Le verità di ogni scelta rifuggono all’udito, sostituite da ridondanti prototipi, accettati, omologati, innocui. Milioni di inconsapevoli attori recitano nella parte di protagonista della propria vita senza esserne i registi.

«Certe cose non si devono dire!»

La verità, solitamente, per paura e codardia, viene ritenuta superflua.

C’è una fiamma dentro di noi che in ogni attimo, ad ogni nostro sospiro, osserva il mondo e ce lo racconta, creando dentro di noi ricami di luce, calore, e emozioni.

Non è lì per farci del male, ma erroneamente per noi è più semplice ignorarla che accettarne l’esistenza.

Perché?

Perché fa paura essere in balia di qualcosa di ingestibile, sempre nuovo, sempre imprevedibile.

Fa paura essere in balia di sé stessi. Molto meglio rinchiudere ogni libertà dentro una scatola e dimenticarla in un angolo polveroso, aspettando il giorno in cui la fiamma non brucerà più.

Rinunciando all’irrequietezza del cuore, rinunciando alla profondità delle emozioni, rinunciando al calore dei sogni, si rinuncia a Vivere. Non ci può essere felicità in un’anima senza sogni, non può esserci calore, né forza.

Tutto perde di significato, perché dentro di noi non ci sono più né traguardi né obbiettivi ed ogni giorno è la vita stessa a viverci. Noi assistiamo immobili.

Essere sinceri e coerenti con la propria verità, porta a scelte azzardate; porta a dire, fare, pensare qualcosa di pericoloso, è vero. Pericoloso per noi? No, pericoloso per le nostre certezze, per quei punti fermi che vorremmo rimanessero tali per sempre, a prescindere dagli eventi. Dire una parola in più, se vera, se sincera, sarà come trarre un dado nel gioco del nostro destino.

Io credo che quando qualcosa ci viene da dentro, quando una parola ci riempie mente e cuore, implorando di essere udita, allora è il caso di fermarsi e cercare di capirne il significato.

Se è di luce la sua verità, allora è meglio non indugiare oltre, questo mondo sempre più oscuro ha un disperato bisogno di lei.

Nel brusio confuso ci sono troppe parole inutili.

Il “comunicare” è sempre meno “esprimere”, le parole sempre più finte, e noi, sempre più soli.

Chi ancora esprime il proprio io con la genuinità di parole importanti, è come uno straniero dal linguaggio ignoto. Seppur alto e imponente il suono della sua voce, pochi lo riescono ad udire.

 

ElenaDB (2010)

© RIPRODUZIONE VIETATA

Author: Elena DB

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